La “Voce del Corpo” è nata nel 2009 ad opera dell’artista Bruno Freddi, con la precisa intenzione di portare a Osnago una disciplina artistica poco conosciuta anche a livello nazionale: la danza Butoh. Nel corso delle edizioni il suo ambito si è allargato ad altre forme di arte e di performance.
La Biennale d’arte è riuscita a creare in questi anni ampi spazi di riflessione sulla possibilità che l’Arte esca dai luoghi tradizionalmente deputati ad essa e raggiunga le strade, le case, le piazze, con le più poliedriche espressioni stilistiche. Il comune di Osnago è diventato così luogo di incontro tra pittori, scultori, fotografi, performer, danzatori, poeti, musicisti ed altri artisti, dando vita ad una interdisciplinarietà di esperienze e di creatività che ha fatto della “Voce del Corpo” un evento ormai internazionale che offre occasioni di contaminazione e crescita culturale nelle varie discipline artistiche cercando, in ogni edizione, di utilizzare i mezzi che l’arte contemporanea mette a disposizione, per riconfermare l’origine divina di un Corpo/Materia universalmente presente.
La Voce del Corpo è una manifestazione culturale che non ha carattere commerciale ed è autofinanziata attraverso le donazioni di un gruppo di artisti e sostenitori.
La rassegna è patrocinata da: Regione Lombardia, Provincia di Lecco, Comune di Osnago e Associazioni del territorio.
L’organizzazione della Rassegna è strutturata in un’Associazione Culturale senza scopo di lucro denominata “Associazione Culturale La Voce del Corpo” con sede in – Via Cavour 24. OSNAGO (LC).
La rassegna
Biennale d’arte contemporanea “La Voce del Corpo”
2022 – La Sesta Edizione
Il tema dell’edizione 2022 è:“S-confinati e Ricongiunti – La Libertà e l’Eros”.
A differenza delle passate edizioni, per la partecipazione alla VI edizione della rassegna non è previsto alcun Bando.
Gli artisti saranno scelti ed invitati autonomamente e direttamente dalla Commissione Artistica.
Saranno garantiti, vitto alloggio, rimborso spese di viaggio, fornitura supporti espositivi e materiali e tutte le opere saranno comprese in un catalogo con la scheda dell’artista, foto dell’opera e/o performance.
Le sezioni artistiche della VI edizione della rassegna saranno completate da Performance Art e dal Butoh.
Il Workshop per la sezione Butoh sarà condotto dal maestro Atsushi Takenouchi e dalla compositrice e musicista Hiroko Komiya.
Per gli orari, durata e contenuti guarda il programma.
Il Workshop prevede, a chiusura del Festival, una performance finale collettiva con la presenza del maestro Atsushi – il 26 giugno in Piazza Vittorio Emanuele a Osnago (LC).
Come nelle passate edizioni il comune di Osnago si trasformerà in una galleria d’Arte a cielo aperto, nei cortili e giardini delle ville storiche delle famiglie Galimberti e De Capitani, nelle piazze della Pace e Piazza Vittorio Emanuele e nel parco cittadino di via Matteotti.
Per le Performance Art egli spettacoli di Butoh: Auditorium Spazio Fabrizio De Andrè, di Via Matteotti.
S-CONFINATI E RICONGIUNTI: LA LIBERTA’ E L’EROS – IL TEMA
Quando gli uomini attentano, con superbia, al potere degli dei, Zeus ha l’idea di separare ogni essere umano in due unità viventi, continuamente desiderose di recuperare l’unità perduta.
Per evitarne l’estinzione, Zeus manda nel mondo Eros affinché, attraverso il ricongiungimento fisico, gli uomini possano ricostruire in qualche modo l’unità perduta, così da provare piacere e riprodursi, quindi dedicarsi ai loro compiti. Questo ci racconta Platone, per bocca di Aristofane, nel Simposio. Il corpo umano, e quindi la persona, diventa così luogo del mancante, del ciò che va completato, e l’eros diventa ciò che deve legare, possibilità di legame. Per i Greci la relazione erotica fra due esseri umani ha valore per sé stessa e non è messa in atto per un fine, come la procreazione.
Associato all’attrazione sessuale, l’ἔρως greco è anche di più: forza che tiene uniti elementi diversi e talora contrastanti senza arrivare ad annullarli, nel desiderio dell’uno e del tutto.
Nella libertà che connota l’uomo ci piace riflettere, attraverso gli strumenti dell’arte, sulla libertà stessa in rapporto all’eros, e sulla libertà come legame. Si può essere liberi in modi diversissimi, a seconda della cultura, del contesto, ma sempre libertà rimanda a dei vincoli, da rompere o da non rompere, che sono i vincoli naturali/culturali del rispetto verso l’altro da sé, o eventualmente verso una tradizione o verso delle norme e limiti (leggi, etica, confini politici, …) imposti da qualche autorità o consuetudine.
Si può intendere la libertà come un approdo a uno stato dell’essere che ci rende (più) felici, e come un ricongiungimento fisico e spirituale a una forma di sé che non si conosceva, o che si voleva conoscere.
Si è forse liberi nella misura in cui si aderisce a qualcosa di proprio, costitutivo, magari celato e da scoprire, quel “conosci te stesso” (γνῶθι σαυτόν) scritto nel tempio di Apollo a Delfi. Un ricongiungimento. Ma quel “conosci te stesso” significava anche riconoscere la propria limitatezza e finitezza, un invito a stare al proprio posto, a non sconfinare, un invito all’umiltà e a non insuperbire.
Sconfinare, tuttavia, sembra essere una modalità per conoscersi più pienamente: superare il limite, anche fisico talvolta, per ritornare a sé con maggiore consapevolezza.
Tuttavia, non necessariamente il valicare dei confini rende più liberi, in alcuni frangenti anzi può ridurre la libertà fino a privarne del tutto. Come sempre dipende da caso a caso, da storia a storia. Anche in questo caso, però, si manifesta una polarità tra libertà, o tensione liberante, e legami cui la persona è soggetta (legislativi, religiosi, culturali o affettivi che siano).
Se la libertà è desiderio, ricerca dell’intero (di sé), passione, pure i limiti pèrdono, sul piano spirituale e magari anche fisico, consistenza.
La libertà vista come un uscire e un rientrare nei confini può essere una sorta di moto oscillatorio, di continua ricerca del giusto luogo (non solo fisico) in cui stare. Libertà non è, come spesso si crede, rompere dei legami, è crearne altri cui restare fedeli, trovare degli equilibri. Allora libertà non è, come in genere si crede, rompere dei legami, ma è creare legami cui restare fedeli senza perdere il proprio equilibrio, è trovare degli equilibri.
La libertà va esercitata con cura se si desidera nella complessità della vita individuale e collettiva, del mondo, ri-congiungersi e trovare/ritrovare sé stessi, una propria dimensione.
In una realtà che continua a parlarci di confini, il pensare a libertà come sconfinamento, legame e ricongiungimento, equilibrio, pare una necessità ineludibile. Una necessità che emerge come urgenza interiore propria della nostra specie umana, come voce del corpo, richiesta sempre vera, fondamento.
SOCI E FONDATORI
Direttore Artistico Bruno Freddi
Organizzazione Michele Ciarla
Oltre ai soci fondatori e sostenitori dell’Associazione Culturale La Voce del Corpo, vogliamo segnalare la presenza di chi ha contribuito alla realizzazione del progetto.
Curatori e operatori del progetto:
- Paolo Brivio
Sindaco (Osnago) - Maria Grazia Caglio
Assessore alla cultura (Osnago) - Marco Molgora
Relazioni istituzionali - Paolo Strina
Media relations - Pier Luigi (Zizzo)
Filmaker - Diego Fumagalli
Webmaster - Massimo Salomoni
Social media manager - Renato Conca
Presidente – Progetto Osnago - Angelo Tiengo
Progetto Osnago - Gianluca Poldi
Archeometra - Massimo Gianquitto
Critico d’arte - Marco Casiraghi
Consulenze musicali